L'arte antica del lavoro a maglia

Le origini del lavoro a maglia sembra risalgano al neolitico, quando l'uomo intrecciava fibre a mano.

Nell'era del bronzo e del ferro l'uomo si attrezza con i primi aghi in metallo per vestirsi con capi lavorati a mano. Vi sembrerà strano, ma tra i reperti archeologici egizi, è stato rinvenuto un antico calzino senza cuciture, ottenuto con la tecnica ad ago.

Il Vangelo riporta, descrivendo la tunica di Gesù, che questa non aveva cuciture. Molto probabilmente era stata realizzata con la tecnica ad ago.

Di maglia erano anche le corazze dei gladiatori, realizzate con filato di ferro.

I cristiani Copti, perseguitati dagli Arabi, si spinsero per salvarsi fino in Irlanda, dove furono ospitati dai monasteri delle coste e delle isole. Qui i loro simboli magici, ottenuti lavorando il filato in modo ritmato-ovvero ripetendo un certo numero di volte la lavorazione delle maglie- si fusero con i simboli celtici e vennero creati, nelle isole di Aran, dei veri e propri schemi che, identificavano clan e famiglie del luogo, utilizzando la lana grezza del territorio. 

La tecnica si diffuse anche in Scozia, dove però la lana usata era più fine e delicata (lana Shetland) di quella irlandese  e quindi di cercarono dei motivi ispirati alla natura e non a rilievo, che contribuirono a definire lo stile nordico, con disegni di animali, cristalli di ghiaccio e alberi.

Il lavoro a maglia venne tenuto in grande considerazione in Inghilterra, già dai tempi della regina Elisabetta I, che osteggiò la diffusione della macchina per maglieria, inventata dal reverendo William Lee. Il lavoro manuale a maglia era visto infatti come opportunità sociale per sottrarre i più poveri alla povertà. Quando il fratello del reverendo mise a punto la sua versione della macchina per maglieria, i tempi erano maturi (fine 1600) e molte macchine vennero vendute nella zona di Nottingham.

Nel 1700 il francese  Joseph-Marie Jacquard modificò la macchina di Lee per la lavorazione a più colori contemporaneamente: nacque così il punto di lavorazione a Jacquard, che usa più colori contemporaneamente.

Fino al allora i filati lavorati erano seta, lana e metallo. Bisognerà aspettare il 700 per l'utilizzo del cotone.

Si conta che oggi il popolo degli appassionati di lavoro a maglia sia in continuo aumento, complice anche il lockdown per la pandemia da Covid-19, che ha fatto riscoprire a molti questa antica arte. Si calcola inoltre che sempre più uomini hanno scoperto in questa tecnica un nuovo modo per rilassarsi, eliminare lo stress e riacquisire fiducia in se stessi.

La scienza ha investigato gli effetti sul cervello del lavoro a maglia: sembra che siano paragonabili a quelli della meditazione. L'attivazione sinergica delle mani nel lavoro a maglia esegue una sorta di vero e proprio massaggio cerebrale che attiva infatti tutte le aree di entrambi gli emisferi del cervello. Ne consegue una sensazione di benessere generale, una minore attenzione ai dolori cronici e un'attivazione delle articolazioni che sembra benefica per l'artrosi. Uno dei primi effetti è la regolarizzazione della pressione arteriosa. Niente male direi! 

Pensando all'inverno che ci attende, al razionamento energetico e alla sostenibilità non ci resta che scegliere il miglior filato naturale e di qualità, nel pieno rispetto degli Standard di colorazione OEKO-TEX o compatibili.

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Vi consiglio di partire con un piccolo progetto, in modo da non desistere subito, al primo problema: potete pensare di realizzare delle presine, dei distanziatori per pentole o delle semplici tovagliette per la prima colazione.

Ci sono anche tanti corsi online che potete seguire, se ne avete davvero voglia.

A questo punto non mi resta che augurarvi...Buon lavoro!



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